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Pista Trametsch: il test di resistenza dello sciatore anziano (e non)

pista nera trametsch

Solo gli over-65 più allenati possono affrontare la famigerata Trametsch come si deve. La fama di “pista spaccagambe per eccellenza” è nota in tutto il mondo e già vedendola dall’autostrada A22 il lungo e ripido serpentone bianco immerso nei boschi sopra Bressanone incute un certo timore.

La pista nera Trametsch è uno dei tracciati più lunghi delle Alpi, stiamo parlando di circa 9 km, e pertanto riesce a mettere a dura prova le gambe e il fiato anche degli anziani più allenati.

Concatenando varie piste e varianti si possono sciare quasi 1400 m di dislivello (1379 m per l’esattezza). Si parte infatti dal Rifugio Cai a circa 2446 m slm e si arriva in località Sant’Andrea a circa 1067 m slm.

In realtà la parte di pista propriamente chiamata Trametsch è la parte più pendente immersa nel bosco che parte a circa 2050 m ed è lunga ben 6 km. Comunemente lo sciatore parla di Trametsch quando fa la “maratona sciistica” che parte dalla cima del Plose e quindi percorre la pista Plose + la pista Trametsch.

mappa pista nera trametsch
Cartina della pista Trametsch di La Plose – Bressanone.

La parte alta grazie alla quota ha una neve sempre magnifica e offre un panorama straordinario sulle Alpi e sulle vicine Odle il gruppo dolomitico che fa da sfondo alla Val di Funes.

Dopo aver sciato la parte alta con belle curve veloci si entra nel bosco e si inizia a percorre la Trametsch propriamente detta: qui le cose si fanno serie. Le pendenze aumentano e la neve spesso diventa più dura, compatta e veloce.

Il primo lunghissimo muro grazie alla sua larghezza invita a lasciar correre gli sci ma, attenzione, la pendenza è tanta ed in breve si raggiungono velocità che mettono a dura prova la tecnica e la forza muscolare. Meglio tirare il freno a mano per evitare di farsi male.

Dopo il muro la pista presenta uno stradino verso sinistra e poi nuovamente una bellissima serie di cambi di pendenza.

Tratto centrale della pista Trametsch.

Si incrocia la cabinovia e si continua con gli ultimi “mammelloni” che portano in vista della baita Trametsch: mancano pochi metri alla fine della pista e alla partenza della cabinovia, sicuramente le gambe faranno male. Un’ultima stretta curva verso sinistra immette sul ponte che porta a Sant’Andrea dove ci si può togliere gli sci e riposare molto soddisfatti in uno dei bar.

Grazie ad un sistema di innevamento molto potente il “pistone” (alcuni lo chiamano così) viene aperto già da inizio stagione e si può percorrere fino a primavera inoltrata. Attenzione che a fine stagione la parte bassa presenta neve molle e richiede forza e tecnica adeguate.

Altra variante con cui si può sciare la pista nera Trametsch.

Mi raccomando a non sottovalutare l’impegno richiesto dalla Trametsch. Soprattutto i più anziani anche se allenati e con ottima tecnica devono prestare attenzione soprattutto nella parte finale quando la stanchezza è tanta ma la pista invita a correre. Buone sciate.

Sant’Andrea visto dalla pista Trametsch in primavera.

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